mercoledì 18 gennaio 2017

America Oggi


A dare un senso all'odierno abusatissimo termine "graphic novel" arriva ogni tanto qualche autore che ne incarna appieno lo spirito, scegliendo la forma fumetto per raccontare quello che potrebbe essere raccontato anche in altre forme senza perdere in sostanza. Adrian Tomine, apprezzato cartoonist e illustratore americano - famose le sue copertine del New Yorker - è uno di questi, e negli anni si è conquistato l'ammirazione di quanti seguono l'arte-fumetto in ogni sua manifestazione. 


L'ultimo lavoro pubblicato in Italia, per i tipi di Rizzoli, è stato lo scorso anno l'atteso Morire in Piedi (Killing and Dying in originale), raccolta di sei storie tutte slegate tra loro, ma accomunate dal filo unico del narrare situazioni spesso banali vissute da soggetti ordinari nell'ambito di relazioni interpersonali. Storie tutte frammentate, che vanno giusto da un punto a un altro dicendo poco del prima e nulla del dopo, offrendo scorci di vita in una specifica situazione che a volte dura anni, a volte solo poche ore. Lasciano quasi sempre un gusto amaro a lettura ultimata, oltre al desiderio insoddisfatto di volerne sapere di più di questi personaggi in cui se è difficile l'identificazione è però facile riconoscerne l'esistenza attorno a noi. 


Morire in Piedi è una sorta di spaccato della società attuale, americana ovviamente (ma nel mondo globalizzato di oggi simile in tanti aspetti ad altre parti del mondo e quindi anche al nostro), dove il raccontare i personaggi e le situazioni attraverso il testo prende il sopravvento sull'aspetto grafico. Quest'ultimo fa da accompagnamento senza incidere più di tanto, lasciando quasi interamente al testo il compito di scavare a fondo nella psicologia dei protagonisti. Un accompagnamento nel complesso giocoforza minimale lontano dalla cura del segno di altre sue opere, sempre al servizio del testo raccontato, e sempre attento ai tempi dei vari racconti.  Scorrendo i racconti narrati si passa da cadenze veloci, dove le vignette per tavola arrivano fino a venti, ad altre più lente e rilassate, dove in qualche caso l'accompagnamento si fa sontuoso. 


Ad esempio nell'episodio Tradotto dal Giapponese, dove una serie di istantanee colte con l'occhio della protagonista durante un viaggio aereo di cui a poco a poco si conoscerà il motivo, rafforza in maniera mirabile la parte scritta, in questo caso sotto forma di lettera, nel ricreare il contesto anche umano della vicenda narrata.
Un'opera assolutamente da non perdere.


di Adrian Tomine
Rizzoli Lizard
123 pagine, b/n e colore, 19 euro