venerdì 16 dicembre 2016

Predicatori


Quando sul al finire degli anni '90 lessi alcune pagine di Preacher, il capolavoro della coppia Garth Ennis e il da poco scomparso Steve Dillon,  riguardanti un comico americano di nome Bill Hicks, non avevo la più pallida idea di chi fosse, e ad essere sincero in quel momento non mi preoccupai di indagare. Erano tempi in cui internet non era così presente nelle nostre vite -google era appena nato come motore di ricerca - per cui cercarsi le cose equivaleva a sbattersi materialmente tra biblioteche, librerie e videoteche, decisamente troppo per uno che di pigrizia ne ha in abbondanza come me. Per cui non lo feci, però come spesso accade qualcosa rimane, e se qualcosa rimane in genere torna. 

Tornò infatti anni dopo, nelle indicazioni di una amica, che me ne parlò quando la rivoluzione digitale si era ormai realizzata portando tutto o quasi a portata di click, rendendo molto più comodo cercare da casa notizie, video e quant'altro disponibile in rete.
Passai diverse ore a guardare gli spettacoli che qualche anima santa aveva provveduto a tradurre e postare su youtube - prima che glieli oscurassero per non so bene quale motivo - e scoprii un mondo, lo stand-up comedy, fino ad allora rimasto fuori dalla mia portata se non per pochi sparuti casi di comici comunque mainstream, Woody Allen, Robin Williams, uniche eccezioni quelli del Saturday Night Live e
Bill Hicks sui presidenti americani
George  Carlin dopo la sua apparizione in Dogma di Kevin Smith (ancora, i fumetti).

Scoprii anche altre cose. Di come parte del materiale di Hicks avesse dato spunto, al limite del plagio, a diversi comici nostrani parecchio osannati (chiedere a Luttazzi, o ad Antonio Albanese: qualcosa da dire l'avranno). 

Dopo essere entrati in contatto con personalità del genere è difficile non rimanerne incantati, tanta è la libertà di pensiero che esprime. In maniera anarcoide, cruda, a volte rozza, spesso scomoda, così come si addice a uno che fa della satira non solo il proprio lavoro, ma il proprio credo, quello intorno a cui far ruotare l'intera propria esistenza. Bill Hicks non si è limitato a tenerselo per sé, lo ha dato agli altri in centinaia di spettacoli in giro per l'America, quasi come un novello predicatore. Non stupisce che a uno come Garth Ennis fosse piaciuto, visto il tono dissacrante di gran parte della sua produzione, e non stupisce che abbia colto nel segno. Lo ringrazio per aver inserito un meme in ricordo di Bill, di quelli che magari non arrivano subito, ma prima o poi di certo arrivano. E vi assicuro, fanno bene.





Garth Ennis, Steve Dillon - Preacher nr 31